mercoledì 12 agosto 2009

Giro Brazzo...evvai !!!!!!

Sono 2 giorni che ti prepari mentalmente: dai, Martedì alle 18:30 c'è un'altra sfida: il "giretto serale" questa volta lo farai con i "Brazzo boys", da Certosa, per un menù che propone Certosa-Pavia-Bereguardo-Motta-Besate-Binasco come portata principale, 40 km caldi caldi in forno pronti per te. Si parte al relax con Andrea e Francesco, si scherza, ma la tua mente è là. Nel raggiungere Certosa a passeggio, cominciano le menate mentali a frullare nella testa. Poco prima di Giussago ti rilassi. Al massimo che ti può capitare? Ti stacchi, e finisci il giro per conto tuo. Hai studiato il giro, sai che puoi tagliare e provare a riagganciarti all'Orient Express che passa di lì ogni Martedì e Giovedì. Parti sulla Pavese, e sei già sopra i 40 orari, ma ti sorprendi a stare bene. Sai che tra poco arriverà Pavia, e lì l'andatura deve calare per forza. Stai in fondo, senza vergogna, e risparmi le forze. Il piccolo cavalcavia che immette al Policlinico neanche lo senti, l'hai triturato ai 42! Giù per il budello alberato dell'ospedale, e al semaforo a sinistra ti accorgi che sei finito troppo davanti. Ti rialzi, curvone a destra, e da lì sai che il drittone davanti a te ti porterà di filato a Bereguardo in men che non si dica. Ora si fa sul serio. Cominciano gli strappi, si arriva ai 48. Ora devi soffrire, non c'è altro per te che questo: concentrazione, respiro affannato, dolori alla schiena. Dai, devi arrivare a Bereguardo, poi puoi anche mollare. Sei già stato fin troppo bravo. NO! Ecco il pensiero strisciante che si insinua. La debolezza che affiora. Il momento della verità. Tieni duro. Non mollare niente! Resta lì. E' fatta. E' la svolta. Ti spruzzi con acqua il viso. Riesci a bere qualcosa. Voli verso Motta, attaccato alla ruota di chi ti precede. Il gruppo è ora di circa 50 unità. A volte in fila, a volte in doppia. Meglio così, il tunnel che ti scavano nell'aria ti protegge meglio. A Besate semaforo a destra e si torna verso casa. Dai che ce la fai. La schiena ti fa male. O forse no. Non lo sai più. Non senti più niente ormai. Casorate. I cavalcavia mietono un paio di vittime, ma tu non sei tra loro. Vedi che riesci a stare con gli altri. E allora comincia il piacere, il sorriso. Però le batterie sono ormai finite. Dov'è Binasco? Manca ancora molto? Non lo so. Sì, qui ci sei già passato. Ci sei. Strappi a 50 orari, sono le ultime cartucce sparate da qualcuno là davanti, molto davanti. Il cavalcavia di Binasco è tirato da Andrea, per un testa-coda del gruppone nel nome dell'Armofer. Il rotondone è la fine. E l'inizio della goduria. I 40 km dell'inferno sono volati via a 41,5 di media. Non male, non male. I Brazzo boys volano verso il loro nido, tu e i tuoi folli "amici" vi involate a casa. Un'altra piccola grande impresa. Ancora una volta la testa ha potuto più delle gambe. Un'altra lezioncina in saccoccia. E via verso la prossima. Giro Brazzo: evvai !!!!
Marco

2 commenti:

  1. Alla fine ce l' hai fatta, un' altra piccola soddisfazione, restare attaccato a quel treno, vedrai che ti facciamo diventare un campioncino.....Un O.G.M. :-)

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  2. C'è n'è già più di uno lì dentro, quindi uno più uno meno... ;-)

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