lunedì 29 luglio 2013

Qualche foto del giretto...










Doppio passo Penice, passo Crociglia e Mercatello.




Sabato 27 Luglio


Idee tante ma i pianeti non sono ancora allineati e bisogna aspettare... quindi... butto giù un itinerario al volo e come gli assassini, che tornano sempre sul luogo del delitto, sarà ancora la val d'Aveto ad ospitarci, almeno per un po'.
Parto di buon ora e lasciato il mezzo motorizzato poco prima di Romagnese mi dirigo pedalando verso il paesello dove c'è Andrea ad attendermi.
Subito al passo del Penice, raggiungiamo Bobbio e poi, come al solito, si percorre la val Trebbia fino a Marsaglia dove la val d'Aveto ci attende.
La risaliamo, anche oggi, fino al punto più panoramico della Madonna del roccione, dove il torrente corre parecchi metri sotto di noi, da lì proseguiamo fino ad un tunnel, passato il quale, sulla destra troviamo le indicazioni per l'abitato di Boschi e Torrio.
La svolta a destra fa pensare erroneamente che la direzione vada verso la val Trebbia, ma la piccola stradina sale e subito curva verso la val di Nure, tra l'altro sale decisa, con  pendenze intorno al 10%, fino a Boschi dove si fa più pedalabile.
La stradina prosegue per diversi chilometri sotto l' ombra di un bel bosco che pian piano si dirada lasciandoci pian piano saggiare il calore del sole che oggi non promette nulla di buono, infatti, a Torrio, la sosta alla fresca fonte del paese con doccia incorporata è d' obbligo.
Siamo circa a metà dei 10 km della salita che ci porterà alla nostra meta, il passo Crociglia, e a quanto pare Torrio segna la fine delle dolci pendenze, infatti gli ultimi chilometri passano dal 9 all' 11% fino ad arrivare ai quasi 1500 metri del passo con vista sul vicino monte, che se non erro si chiama,  Ciapa Liscia... bellissimo nome.
Una breve discesa e siamo nell' alta val di Nure che continuiamo a discendere fino alla svolta per il passo del Mercatello, intanto il clima si fa sempre più torrido.
Siamo già saliti al Mercatello qualche anno fa da Ferriere, oggi però svoltiamo sulla strada che porta al passo transitando da Casaldonato dove speriamo di trovare un bar... serve qualcosa di fresco.
Niente da fare, no bar no party e quindi altra doccia a una delle fonti del paese prima di affrontare gli ultimi km di salita
Passato il Mercatello sosta coca cola assolutamente necessaria in quel di Noce per poi continuare la discesa verso Marsaglia per riguadagnare la val Trebbia e la via del ritorno.
Scendendo si percepisce il calore che aumenta, ad ogni tornante sembra che la temperatura si alzi di un grado e arrivati in valle la stretta del caldo è decisamente poco piacevole, ennesima doccia a Marsaglia e raggiunto Bobbio ci prendiamo qualche minuto buono per ristorarci al bar dove decidiamo il da farsi.
Ok, decisione presa, si sale ancora al passo Penice, oggi doppia ascesa, ma adesso la cosa si fa dura, il sole è allo zenit, pedalare diventa un impresa e in più la salita da Bobbio proprio non mi piace, non mi è mai piaciuta, noiosa e assolata... sempre... oggi più che mai.
A metà strada altra doccia in un lavatoio, peccato che l' acqua non sia potabile, ma un autoctono ci offre di riempirci la borraccia che più che per dissetarci usiamo per rinfrescarci il coppino.
Qui si rischia la disidratazione, facciamo che per sicurezza ci fermiamo allo chalet della volpe per bere qualcosa... magari una birretta... e adesso sì che si può finalmente arrivare al passo in allegria e spararsi gli ultimi km in discesa in scioltezza eeeeeeeeeee voilà... finito.
Quasi 140 km per circa 3600 metri di dislivello, temperature torride, una doccia ad ogni fontanella e una bibita ad ogni bar per portar a casa la pelle, sto giretto c'è costato un patrimonio...

Cesco

A preso qualche foto...



lunedì 22 luglio 2013

20 Luglio

Sabato 20 Luglio

Anche oggi Oltrepò in attesa di nuovi orizzonti, ho una mezza idea del giro ma sono partito un po' in ritardo rispetto a quel che avrei voluto e quindi vedrò quanto veloce corre il tempo, visto che ho promesso di rincasare per mezzogiorno.
Giunto a Broni mi dirigo in direzione Casteggio fino ad incrociare la salita per Oliva Gessi che seguo fino alla svolta per Calvignano.
Dopo una dura salitella raggiungo il paese e da qui scendo a Borgo Priolo e poi salgo, sotto lo sguardo attento di un capriolo, direzione Lago per la traversa che porta in val Schizzola.
Alla fine fatti due calcoli decido di risalirla fino a Fortunago, del resto stamattina su questa stradina c'è abbondanza di compagnia, tutti i ciclisti sembrano essere qui.
Fortunago, Costa Cavalieri, Torre degli alberi, Carmine e discesa dalla valle Scuropasso, sempre peggio sta discesa, non c'è che dire, e raggiunta Broni si torna a casa.
Sarà il caldo ma questi km che separano dalle colline cominciano a darmi la nausea, mi danno tanto la nausea che Domenica mi sveglio e il solo pensiero di rifarli mi fa lasciare la bicicletta in garage, e sarà meglio trovare qualche stimolo perchè altrimenti lì rimane.

Cesco

lunedì 15 luglio 2013

I piccoli piaceri della vita.


Una birra e un panino al bar fanno sempre piacere, ogni tanto, almeno almeno una volta all' anno, magari quando i compagni di pedale più fidati sono dispersi, una birra e un panino al bar sulla cima del monte Penice è un piccolo piacere che mi piace concedermi.
Seduto al sole, i piedi appoggiati sulla ringhiera a dominare le colline appena attraversate, e ancora d' attraversare con la fidata bicicletta.
Questa volta vediamo che percorso posso fare... Voglio includervi la stradina che da Canavera porta direttamente, o quasi, a Torre degli alberi.
Partenza all' alba, fino a Broni in compagnia del ciclista più mattutino della provincia Diliè, poi ci si saluta e proseguo in solitaria, rotta Montalto.
Classica salita da Lirio, classica discesa da Cella e poi, risalendo la val Ghiaia, eccomi a Canavera.
Appena parte la salita, proprio sulla curva che porta a sinistra, prima dell' abitato, imbocco la stradina che porta a destra direzione Brugneto.
Dopo un paio di saliscendi arriva la sorpresa, un muro con pendenza massima al 19 lascia posto, dopo pochi metri di respiro ad un secondo che arriva al 22, la strada poi spiana senza scendere mai sotto al 10, fino a Brugneto, dove s' impenna di nuovo per poi lasciare il tempo di tirare il fiato e prepararsi alle ultime rampe che portano nel piccolo centro di Sant' Antonio, vicinissimo a Torre degli alberi.
Di qui, dopo essere transitato per Calghera decido di puntare a Valverde e lasciatomi alle spalle anche questo paesino proseguo per qualche km fino ad incontrare la svolta per Pietragavina.
Superato anche quest' ultimo abitato seguo le indicazioni per il passo del Penice, si sale ancora fino a Santa Cristina e oltre con un bel passaggio in quota fino a scendere su ripida e, purtroppo, sporca discesa a Collegio dove incrocio la comoda strada che sale Varzi.
7 i km che dividono dal passo e poi gli ultimi 3,7 che mi portano in cima e finalmente mi posso sgargarozzare il mio birrozzo ancora una volta qui, in cima a quello ch'è un po' il monte di noi pavesi.
Bello bello, ma c'è da tornare a casa.
Val Tidone fino a Caminata e poi si sale a Stadera, voglio seguire il crinale fino a Montù, comincio a sentire caldo e restando un po' in quota mi fa sentire qualche anelito di vento.
Stradella e l' odiata panoramica segnano il confine, adesso c'è d'affrontare l' ultima trentina di km, piatti e assolati che mi separano da casa, non mi resta che armarmi di pazienza e lasciar fare alle mie gambe, che decidano loro la velocità, per quel che mi riguarda... missione compiuta.

Cesco


domenica 7 luglio 2013

6/7 Luglio

Niente di particolare in questo fine settimana.
Il caldo ha cominciato a mordere e ne approfitto per anticipare l' orario d'uscita e rincasare prima, cosa che serve anche ad Andrea e è facile incontrare ad orari mattutini il lone rider Diliè, ed è infatti che con questo trio si parte ore 6:30 per l' Oltrepò.
Si parte in tre si arriva a Broni in cinque ma alla fine restiamo in due.
Io e Andrea facciamo subito una sosta colazione... pizzette focaccia e cocacola, ci rimpinziamo ben bene così da proseguire per il giro senza fermate... o quasi.
Scuropasso, Lirio, a Montalto 30 secondi per rabbocco borraccia, Cella, Canavera, Zerbo e ritorno ancora dalla Scuropasso... Un classico dei classici, ma prima di imboccare la via di casa piombiamo ancora nella panetteria d'andata per prendere qualcosa di fresco da bere che l' afa comincia a farsi sentire. Ben fatto, rinvigoriti possiamo ricomciare a pedalare, buon ritorno a discreta velocità che permette, specialmente ad Andrea di rincasare all' ora esatta.
Mini giro per Domenica, sempre con il lone rider Diliè in quel di Miradolo, insomma un fine settimana tranquillo.

Cesco

lunedì 1 luglio 2013

Qualche foto del giretto bastarrrdo.



BASTARRRRDO!

Chilometraggio? La prima domanda, perché la distanza è la prima cosa che vien in mente quando si monta il sella, ma chi ne mastica lo sa, con buoni calli al culo e una buona gestione delle forze, con la bici di km se ne posso macinare, ma è quello che c'è in mezzo che fa inesorabile la differenza.
2000, 3000, 4000 m di dislivello, e poi cos'è meglio... 10 colli, o 3, 4 salite infinite, e se la più dura fosse alla fine? Certo che se fosse all' inizio... sarebbe meglio o renderebbe il resto ancora più faticoso?
Perché come disse qualche tempo fa, seduti al bar davanti a una birra un amico... la bicicletta è salita.
E come dargli torto, è il nastro di catrame che sale la vera sfida, la salita ti gestisce, ti porta via prima le gambe, poi il cuore e se ti lasci succhiare via il cervello... sei finito.
Che belle seghe mentali da ciclista, si vede che oggi mi va di scrivere...
Sta di fatto, che non so il perché o il percome ma questo giretto mi ha davvero portato al limite, proprio un giretto bastardo.
Lo scenario ancora il territorio all' incrocio di Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna, sarò ripetitivo ma voglio ribadire il concetto, in questo lembo di territorio, come ti muovi ti muovi ai buonissime possibilità di farti male.
Tra un :"Vorrei rifare quella strada fatta nel 2009". E un :"Io invece vorrei fare quella salita mai fatta che da lì porta là". Alla fine io e Andrea fondiamo le rispettive idee per creare un cocktail esplosivo di quasi 160 km per 3600m di dislivello.
Partiti nelle vicinanze di Casella, piccolo abitato sopra Romagnese, subito un po' di salita passando da Praticchia e Cadelmonte per poi, in decisa discesa, trovarci a Bobbio.
Uno sguardo al Ponte Gobbo e si comincia a risalire la val Trebbia verso Marsaglia dove la lasciamo per la più stretta val d'Aveto.
Percorso già fatto, sappiamo cosa ci aspetta, un po' di vento per cominciare, poi la strada che sale, piano e inesorabile, a volte sembra discesa, ma non credete, al massimo spiana, ma l' effetto ottico ti fa sentire una mezza sega.
Devo forse ancora decantare la bellezza di questa valle? Per chi non vi ha ancora pedalato solo un consiglio, fatelo presto.
Eccoci alla prima grande fatica, si torna in val Trebbia, ad Ottone, in linea d' aria poco più di 10 km, per via bitume più di 30, perchè da queste parti è così, le strade seguono paro paro ogni piega di questi monti.
Alpepiana, Vicomezzano, Vicosoprano, superato quest' ultimo ancora qualche km e siamo ai quasi 1200m del valico del Pescino, dopo 10 km di salita buona comincia una bella traversata in quota fino al paese di Orezzoli dove ci vediamo la strada sbarrata da uno splendido cavallo...???
Superato l'animale con qualche difficoltà e passato l' abitato si sale ancora, forse un altro passo, ma non lo sapremo mai, l' unico cartello che poteva dirci qualcosa è completamente eroso dal tempo.
Discesa verso Ottone... Domanda... ok, il sole ci ha ormai abbandonato, ma perché a fine Giugno devo infilarmi la mantellina per scendere da 1200m?
Pochissimi km in val Trebbia e ancora qui, ancora tu, la salita per Zerba, già fatta qualche tempo fa ripetiamo l' ascesa al paesello ma questa volta la meta saranno i quasi 1500m  dei Pian dell' Armà.
L'ultima volta affrontammo i tremendi km per i Piani del Lesima, ma non che salire da questa parte sia un rosolio... anzi! Dalla svolta per Zerba al passo del Giovà, passando per Vesimo e Pey, sono 20km di salita, e poi altri 2 per i Piani, e anche questa non è una salita da poco.
Visto il clima... indecente, scendiamo subito direzione Varzi, questa volta i 20 km sono di discesa, peccato che anche da queste parti il fondo stradale cominci a peggiorare in modo abbastanza evidente.
Comunque, noi si deve tornare in val Tidone e quindi, svoltati a Menconico, che raggiungiamo senza scorte caloriche, sostiamo per una fetta di torta e coca, ci viene offerto anche dello stinco ma non è chiaramente il momento.
Ripartiti, eccoci all' inedito del giorno, la salita che porta al passo Scaparina, circa 4 km e mezzo che nella prima parte presentano subito pendenze dal 10 al 14%, poi migliora... insomma... non mi ricordo, ero troppo stanco... andatevela a fare poi mi dite.
Raggiunto lo Scaparina ormai le grandi fatiche sono finite, premo le rotule per farle rientrare in sede e ci avviamo verso l' incrocio dei tre passi dove puntiamo diretti alla discesa per Romagnese e da lì, ancora 3 km di salita per ritrovare il punto di partenza, per quanto mi riguarda discretamente devastato.
Non c'è che dire, percorso veramente bastardo con lunghe salite, su di esse percentuali spesso al 10 e oltre, ma quel che fa più male è forse l' irregolarità delle salite stesse che costringono a continui cambi di ritmo, ancora una volta questo territorio ci ha messi alla prova, in un contesto solitario e silenzioso, quasi del tutto privo di auto e questa volta anche di ciclisti... quanti ne avremo incontrati? Sei a dir tanto...

Cesco