domenica 13 maggio 2012

Madonna del Ghisallo e Muro di Sormano.

Una pedalata dal sapore un po' mistico, quasi un pellegrinaggio, forse è il momento buono, viste le notizie che dall' inizio di quest'anno continuano ad arrivare, c'è chi nella nostra cerchia di conoscenze è stato investito, c'è chi ha qualche problema fisico e chi ha accusato qualche malore, tutte cose risolvibili, per fortuna, aggiungiamo anche questa stagione di meteo perturbato che non vuole trovare un equilibrio.
La Madonna del Ghisallo è il santuario dei ciclisti, quale migliore meta, il giro è pronto, già rinviato più volte, eppure la mente è già in moto da tempo e non si lascia un idea ferma troppo a lungo, sorgono dubbi e incertezze, bisogna "fare", del resto tra il "dire e il fare c'è di mezzo il.......Pedalare", e non sono un campione, ma me la cavo.
Doveva essere Domenica ma il meteo ha scelto per noi, quindi Sabato ore 6:00 si parte, con me, Andrea, il percorso non è di quelli che mi esaltano di più, tra noi ed il Ghisallo, posto quasi al vertice del "Triangolo Lariano", c'è Milano ed il suo interland, cioè semafori e traffico, anche se dovremmo transitarvi in orari a noi congeniali....Ma è sempre un posto che personalmente evito molto volentieri, ma oggi siamo forti della nostra missione e si comincia.....Pieve, Opera, Ripamonti, la circonvallazione fino ad imboccare viale Monza e piano piano i palazzi e le case diminuiscono e finalmente siamo oltre.
Dopo diversi Km di pianura comincia la salita per Monticello Brianza, interessante, alla nostra destra il colpo d'occhio sul parco regionale di Montevecchia della valle del Cur, mentre pian piano dalla foschia all' orizzonte cominciano ad apparire le famigliari sagome del Resegone e delle Grigne, e dopo l'aria velenosa della città i polmoni ringraziano.
Si comincia a scendere verso Lecco, si aggiunge a noi un altro ciclista del posto, un armadio coi pedali a cui vanno i nostri ringraziamenti, e per averci messo sulla retta via verso Bellagio, e per averci fatto da battistrada per diversi km a perfetta andatura.
Dopo qualche bel km costeggiando il lago è l'ora di salire, siamo ormai giunti all' attacco del Ghisallo che nella parte iniziale da il meglio, e non siamo certo soli, sembra d'essere in un parco giochi per ciclisti, chi sale e chi scende fino ad arrivare al Santuario dove le biciclette non si contano.
Entriamo nella piccola chiesetta con un po' d'emozione, nel minuscolo spazio trovano posto tantissimi cimeli, tante maglie e tante immagini di volti, ciclisti di ogni tempo che nel loro pedalare ci hanno lasciato la vita, e appese sulla volta qualche vecchia bici, da quella del povero Casartelli, a quella di Moser, Gimondi, Merckx, immancabili Coppi e Bartali e anche quella di Alfonsina Morini Strada, prima donna al giro d'Italia nel 1924.
Bici impensabili, che raccontano di culi d'acciaio e fatiche inenarrabili, altro che il telaietto in carbonio e questo che pesa 10 grammi in meno di quello e le 11 velocità e il cambio elettronico...
Ed è così, tra l'emozione e il sentirmi una merda che esco dalla chiesetta, uno sguardo al panorama, un panino e si riparte che non è finita.
Un po' di discesa e si svolta per Sormano, si sale fino al paese e superatolo ecco dopo un po' il bivio...Da una parte la strada"normale" mentre alla nostra sinistra ....IL MURO.
Un minuto di sosta per prepararci e andiamo a vedere com'è questo muro, qualche dubbio mi era venuto, a parte il nome, ma il fatto che di tutti i ciclisti incrociati per strada nessuno imboccasse la via del famoso strappo cominciava a fare sorgere in me un poco di paura.
Una breve discesa, una curva, e si comincia, le forti pendenze non si fanno attendere, questa salita è un concentrato di Mortirolo, stampate sull'asfalto frasi di ciclisti famosi e quel ch'è peggio è segnalato ogni metro di dislivello guadagnato.
E' sempre peggio, è implacabile, salgo testa bassa, mi aggrappo al manubrio, spero d'averlo fissato bene, poi alzo lo sguardo ed inorridisco, lo spettacolo davanti a me è impensabile, incredibile, orribile...Andrea è fermo, una fitta alla schiena la obbligato a poggiare il piede, e lui tra i due è senz'altro lo scalatore.
Lo affianco e anche lui rimonta in sella e riparte, buona prova anche quella, questa è la classica salita che se ti fermi mica lo sai se riesci a rimetterti in sella, oltre tutto la stradina è veramente stretta.
Ed è tra la sofferenza che finalmente vediamo la fine e dopo un km e 700 m di equilibrismo, poggiamo le ruote sulla Colma di Somano, piccolo angolo preso d'assalto per gitarelle, picnic e ovviamente da una marea di ciclisti.
Qualche minuto per rimetterci in sesto e riordinare le idee, é ora di riprendere la via di casa.
Scendiamo con calma, voglio fare durare il più possibile la discesa, riguadagnamo la rotta e puntiamo verso Canzo e da li fino ad Erba alla ruota di un gruppetto, svoltiamo direzione Milano, ci siamo, questa sarà la parte peggiore, lasciamo alle spalle lo spettacolo dei monti del triangolo e ora saranno solo caldo asfissiante e sempre più traffico, sempre più cemento e sempre più attenzione.
Alla fine....Se il caldo e i continui riparti e fermati e rallenta e riparti e scatta dei semafori di Milano e interland mi hanno definitivamente distrutto, è senz'altro Andrea che in questa ultima parte se la cava meglio.....E comunque....Anche oggi....Forse più che mai oggi.....Posso dire che tra fatica e caldo opprimente......Ho visto la Madonna.

Cesco

A presto il video..

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