Voglia di qualche nuovo tracciato e poco tempo a disposizione, ma non ci lasciamo intimidire.
Andrea ha le ore contate ( Che detto così non è bello), ma ormai siamo in ballo, come spesso capita ci troviamo ad incastrare la voglia di bici con i doveri/piaceri famigliari, quindi....Se bisogna tornare presto....Partiremo presto.
Tra tutte le idee propongo il giro Mottarone, il più comodo e veloce da raggiungere in auto, visto che il punto di partenza è a Villaggi, vicino a Castelletto Ticino, a sud del lago Maggiore.
Bè....Insomma...Alla fine sono le 5:30 e siamo già in sella vista lago, direzione Stresa, è stata un alzataccia ma l'alba sul lago ha il suo perchè e poi non è male pedalare al fresco, viste anche le previsioni sulle temperature.
Una 20ina i km per arrivare a Stresa e lì l'attacco al Mottarone e i 20 km di salita per arrivare alla cima, e non c'è che dire, è una signora salita.
A parte la lunghezza, salendo da questo versante, il Mottarone propone una salita non molto costante, tratti dolci ed erti si alternano, da segnalare il muretto da Gignese per Alpino e il conto da pagare sulla ultima serie di tornanti prima della cima.
Nota positiva: a parte l'orario di salita, i fianchi coperti da fitti boschi ci hanno permesso di starcene al fresco per tutta l'ascesa.
E fuori dal bosco ecco la vetta, con un altezza che sfiora i 1500 m. e posta tra lago Maggiore e d'Orta il panorama è fantastico, peccato per la classica foschia del fondo valle.
Siamo arrivati così presto in cima che manco i bar sono aperti....Uno però c'è....Bene...Possiamo concederci una bella colazione prima della discesa.
Discesa che ci vede un po' infreddoliti, ma che nella sua prima parte, quella aperta, prima di rituffarci nei boschi, è semplicemente spettacolare.
Perdiamo pian piano quota, direzione Omegna, sulla punta nord del lago d'Orta, e passata la cittadina si ricomincia subito a salire pian piano, fino alla salita vera, abbastanza dura nella sua parte centrale, che ci porterà al passo della Colma, porta per la val Sesia.
Ci gettiamo subito in discesa per trovare la fonte d'acqua segnalataci da un collega indigeno, eccoci accontentati bere abbondantemente mentre è anche ora di addentare un panino, bisogna fare scorta d'energie, chi lo sa cosa ci aspetta....
Per ora qualche km in val Sesia, fino a Quarona dove svoltiamo per inoltrarci di nuovo tra fitti boschi e strette valli su una stretta strada che sale sfiorando piccoli abitati fino a lambire il comune di Breia.
Poi si scende tra fitti boschi e strette valli su una stretta strada che scende si, ma anche sale, ed è qui, tra strette valli e su una stretta strada, tra fitti boschi, che non avendo punti di riferimento visivi cominciamo ad avere dubbi sul percorso, a volte il gps non basta, bisogna chiedere a qualcuno.
Fortuna che anche qui, tra fitti boschi e strette valli su una stretta strada, attraversando piccoli abitati si può incontrare qualche autoctono a cui chiedere informazioni.
L'autoctono ha un timbro di voce irritante e parla veloce come un fulmine, risponde come se la strada la conoscessimo anche noi:" Andatediquapassatedilàepoic'èlaCremosina...LaCremosinachevadiquaevi portadilà....."
Dopo una veloce interpretazione delle veloci parole del personaggio siamo ancora qui tra fitti boschi e strette valli su una stretta strada e.......C'è un altro autoctono su un fuoristrada.....Chiedo anche a questo....."Andate di lì e poi scendete di qua e poi c'è la Cremosina"......Insomma....Alla fine su sta strada Cremosina ci siamo arrivati e rientrati in traccia anche con il gps ci aspetta l'ultima 30ina di km.
I fitti boschi fra strette valli su strette strade sono finiti, e se è pur vero che possono risultare un poco monotoni hanno il grosso pregio di tenerti al fresco, ora invece il caldo comincia a farsi sentire e questa ultima parte del percorso si preannuncia ricca di sali scendi spacca gambe, e infatti così è.
Ma ecco ad un certo punto spuntare da alcuni alberi un enorme capoccia...E' il mitico San Carlone, la grossa statua di San Carlo Borromeo posta sopra Arona, è il segnale che siamo in dirittura di arrivo, imbocchiamo l' ultima breve discesa e dopo il primo tornante eccoci di nuovo sulle sponde del lago Maggiore che lasciamo alle nostre spalle per gli ultimi caldi colpi di pedale.
Percorso faticoso che con i quasi 146 km e il dislivello di quasi 3300 m ci ha regalato molta salita e discese da percorrere con attenzione viste le molte curve e i molti tornanti.
Fondo stradale comunque in buonissime condizioni per gran parte del tracciato a parte nelle strette valli su strette strade tra fitti boschi che hanno caratterizzato il percorso facendolo risultare un po' troppo chiuso e avaro di panorami fatta eccezione per il passaggio sul Mottarone.
Cesco.
Prossimamente il video.
ciao cesco sono dede'quelle strade le conosco bene, quando ancora ero un ciclista in estate passavo sempre 15 giorni da quelle parti, la salita al mottarore secondo me e piu dura da armeno solo che passano le macchine, mentre dal versante vostro ce ne sono poche, un appunto,poco prima del san carlone siete passati vicino ad un cimitero quello di degnente avete fatto un saluto al grande mike? allegriaaaaaa
RispondiEliminaCiao Dede', ben ritrovato, tutto a posto?
EliminaEcco perchè facendo il Mottarone sentivo un senso di oppressione, hai lascito dell'energia negativa sul territorio:-)
La salita dal versante Armeno?
Sicuramente non è una passeggiata.
Chi lo sa... Magari un domani avrò modo di affrontarla e sicuramente farò fatica.