lunedì 27 agosto 2012

26 Agosto.

Classica uscita con il Team in questa ultima Domenica d'Agosto, non ho ben chiaro il mio stato di forma, nelle ultime settimane qualche giretto che se pur faticoso è stato affrontato in relax, per riposare la mente appesantita dalle varie avversità della vita... Che inizio post palloso!!
Vabbè!... Comunque...
Presenti al punto di partenza, io, Paolo, Daniele, Ezio, Capo, Dario che negli ultimi giorni, dopo una parentesi abbastanza lunga ha ritirato fuori il mezzo, e c'è anche Alberto di Landriano.
Eccoci lì che si pedala verso Broni, il solito avvicinamento alle colline, oggi devo dire con intelligenza vista la giusta velocità che ci permette d' imboccare la salita senza essere già strapazzati.
A Pometo, la sosta per rifornimento idrico ci vede discutere brevemente sul da farsi, tra chi è sicuro e chi è titubante si decide di salire ancora un poco fino alla svolta per la discesa verso Canavera per raggiungere, sui quei 2 faticosi km con muro finale, la piazza di Montalto.
C'è chi comincia ad accusare il colpo, ma il gruppo si è arricchito di due elementi che saranno sicuramente utili per viaggio di ritorno e sapranno dare il loro contributo alla testa della fila, anche perchè ormai si alzato anche un po' di vento.
Infatti... Giù per Lirio e Valle Scuropasso, di nuovo a Broni e via che si va verso casa, alla frazione Moranda uno dei due aggregati salta e dell' altro non si avranno notizie fino a Prado quando aprirà bocca per salutarci...Te possino!
Riecheggiano ancora le parole di Paolo che a Pometo disse:" Bene... Bene... Venite con noi che serve gente che tira".
Ma alla fine ce la siamo cavata egregiamente e tra chi era insicuro sullo stato fisico dopo questo mese di cazzeggio, e chi non sapeva se sarebbe riuscito a reggere un giro di 110 km dopo la lunga pausa, direi che ognuno nel suo piccolo s'è portato a casa la sua piccola soddisfazione.

Cesco

mercoledì 22 agosto 2012

martedì 21 agosto 2012

Lisore... Che sudore!..



19 Agosto 2012

E dopo un ultimo veloce contatto si decide... Si torna in sella alla bdc in questa Domenica che promette fin dalle prime ore di essere calda.
Andrea, ormai compagno di questi week end d'Agosto,deve rincasare presto, quindi andiamo a farci un giretto senza pretese, se lo si giudica solo dal chilometraggio, poco più di 100 Km, ma anche in una distanza come questa ci si può fare male, e Andrea ha già in mente dove andare a soffrire.
Partenza sempre in quel di Casella, Praticchia per andare ad incrociare la Pecorara/Penice, ma discesa a Bobbio per risalire la valle del Trebbia... Almeno fino a Marsaglia dove svoltiamo per incunearci nella cara vecchia Val d'Aveto, che al mattino generosa d' ombra e di venticello... Contrario, ci tiene ben al fresco.
Si attraversa l'abitato di Salsominore per procedere ancora di due km scarsi e la s'incontra... Indicazione per Lisore e qui svoltiamo per imboccare la salitella, circa 7 km, che ci accoglie subito con una rampa che tocca il 14%, ma niente paura dopo il tornante c'è una seconda rampa che tocca il 18 e via così con pendenze spesso intorno al 10%.
Abitato di Lisore... Rifornimento idrico con annesso classico incontro con la malefica vecchia che ammonisce:"Fin qui è dura ma sopra...".
Infatti dopo un km di relativa calma, la strada ci propone una bella impennata a toccare il 20% e sbanfa sbanfa dai 429 mt. della Val d'Aveto tocchiamo i 1064 del Passo di Selva ad incrociare la strada che con bella traversata sullo spartiacque tra i due fiumi unisce Alpepiana, Ottone e Ponte Organasco, nostra prossima meta.
Non prima di esserci rinfrescati, infatti a Selva  un personaggio intento a riempir bottiglie ci cede il passo per poter usufruire subito della fresca fonte, saputo della salita affrontata si complimenta chiamandoci addirittura professionisti, ma io intuisco che i professionisti sono loro, visto le numerose bottiglie di Gutturnio che riposano sul fondo dell' abbeveratoio in attesa di esser consumate.
Ma godiamoci questo passaggio in quota attraverso Selva e Cariseto, con la sua antica Rocca che caratterizza questo scorcio di panorama, e tra passaggi dal sapore alpino al profumo di pino... Pian piano si va a scendere fino a Cerignale e ancora più giù fino al Trebbia.
Da Ponte Organasco, mentre la temperatura sale, non ci resta che puntare al Brallo per la classica traversata fino al passo del Penice, così ci godiamo ancora un po' di fresco, del resto lo sbalzo termico tra il passo e Romagnese, che raggiungiamo subito dopo, è quasi palpabile.
Ultimo sforzo e si torna a Casella, chiuso il cerchio con un bel 2000 e più mt. di dislivello ci si saluta e smontato il mezzo per caricarlo in macchina, riprendo la strada verso casa.
Veramente ricco di percorsi, questa porzione d' Appennino all' incrocio di Lombardia, Piemonte, Liguria ed Emilia-Romagna, territorio aspro e severo, coperto d'infiniti boschi, può dare molto a chi ci s' avventura per ascoltare in profondi silenzi il proprio respiro affannato su salite che possono mettere a dura prova anche i più dotati scalatori.

Cesco











sabato 11 agosto 2012

Tramonto sull' Ebro.

Venerdì 10 Agosto 2012

Un giro da tempo in progetto, pane per le ruote grasse, protagoniste degli ultimi eventi.
Una cavalcata spettacolare a toccare le cime che segnano lo spartiacque tra Curone e Borbera, un anello di circa 38 km che sviluppa in questa breve distanza il dislivello di circa 1700 m, sulla prima lunga salita, i saliscendi tra pietre e pascoli, i muri e le cime da conquistare spingendo la MTB.
Ma vogliamo rendere ancora più interessante questo percorso, è bastato buttare lì l' idea e Andrea non se l'è fatto ripetere, la macchina organizzativa è in moto, la filosofia è sempre quella, inutile pensarci troppo e poi dobbiamo provare i nostri nuovi potenti faretti, quindi... Si parte per una seminotturna.
Ore 17:00 circa partenza da Frabbrica Curone, per noi abituati alle fresche mattine è già un trauma partire  e subito sentire le vampate del caldo pomeridiano.
Si comincia su asfalto, circa 7 km su bitume attraversando gli abitati di Remeneglia, Selvapiana, e Forotondo, piacevole incontro con gli abitanti tra cui la classica signora che ammonisce:"Di qui è dura".
Finisce l'asfalto ma non la salita, ancora un buon 8 km per portarci in quota, arrampicandoci sul fianco del monte Boglelio per incrociare l' antica "Via del sale" che da Voghera porta fino a Portofino.
Incrociato l' antico sentiero si comincia la cavalcata del crinale.
Risaliamo il pendio del Monte Bagnolo (1547mt.) e attraverso il Colle della Seppa puntiamo verso il Monte Garavè (1549mt.) disceso il quale ci attende il Monte Rotondo la cui vetta viene aggirata con passaggio su traccia singola.
Se il Monte Rotondo è alle nostre spalle ecco davanti a noi il Monte Chiappo (1696mt.), riconoscibile per il rifugio che si trova in prossimità della sua cima.
Il Chiappo non ce la fa passare liscia, e per conquistarlo dobbiamo affrontare a spinta una erta traccia pietrosa.
Gradita sorpresa, il rifugio è aperto, possiamo rifornirci d'acqua di cui il percorso è avaro, e vista l'ora, le 20:00 circa, è giunta l' ora di una sosta per mangiarci un panino.
Quattro chiacchiere con i gestori e si riparte, l'Ebro è già lì che ci guarda.
Scendi e sali e sali e scendi, il sole è basso e la luce incidente, l' effetto delle micro ombre da profondità al panorama e si può distinguere ogni singolo filo d'erba piegarsi al vento che batte quasi incessante queste creste.
Ed eccoci difronte all' ultimo muro, l' Ebro sembra volerci scacciare, si spinge tra le pietre con fatica per raggiungerne la vetta ai 1701 metri, ecco apparire la croce quando ormai il sole è nascosto dietro un alto muro di nubi all' orizzonte che ne lascia ancora intravedere il rossore, come se là dietro ardesse un enorme incendio, ma del resto è proprio così.
20:45 è ormai è il tramonto, il vento è fresco ma non fa poi tanto freddo, nelle valli le prime luci si accendono ma noi possiamo ancora attendere l' accensione dei faretti, vogliamo gustarci fino in fondo la naturale atmosfera tra il giorno e la notte.
Possiamo vedere il sentiero che ancora ci attende correre con innumerevoli saliscendi sulle vette dei Monti Cosfrone(1661mt.) e Panà(1559mt.), li percorriamo sotto gli sguardi imperturbabili di numerose vacche che ruminano stancamente e di tre destrieri dal nero manto che ci osservano dall' alto della loro innata eleganza.
Scendere dal Panà si rivela impegnativo, se prima spingevamo ora dobbiamo tenere stretta la MTB perchè non rovini giù da questo tratto di sentiero con pendenza al 30%, ma prima sarà meglio badare a noi stessi e intanto è ormai ora di accendere le luci.
Niente male questi faretti che illuminano il nostro cammino attraverso il bosco fino al Passo di Brusamonica, e da lì al Monte Gropà(1446mt.), e poi verso l' ultima fatica, parlando di salita, del Monte Giarolo(1473mt.).
Avvolti dalle tenebre imbocchiamo la discesa, non sarà una passeggiata, il peggior terreno, ripido e pietroso, scendo e salgo dal mezzo, e per l' impraticabilità e per indolenza, dopo qualche km ha combatter tra le pietre illuminate passo a passo dalle nostre luci riguadagnamo la strada asfaltata presso l' abitato di Marigliassi e da lì al punto di partenza.
Raggiungiamo la macchina circa alle 22:30, sicuramente stanchi ma per quel che mi riguarda appagato dalla bellissima escursione vissuta al tramonto cavalcando i monti se pur indolenzito dalla pessima discesa che mi ha messo duramente alla prova.

Cesco

Prossimante il video....I video...Spero...

lunedì 6 agosto 2012

Giretto dantesco...

05/08/2012

Sì... A pensarci è stato un po' come la passeggiata del sommo poeta, anche se all' inverso, noi abbiamo cominciato dall' alto dei cieli per poi gettarci nelle ardenti fiamme dell' inferno...
Dopo tanto tempo è ora di tirar fuori la MTB e raggiungere Andrea nella casetta in collina in quel di Casella, piccolo paese tra Tidone e Tidoncello, posteggiata la macchina e rimontato il mezzo ecco Andrea che attendeva il mio arrivo seduto su di una roccia a osservar caprioli.
Pima delle ore 7:00 siamo già in sella ed è subito fuoristrada e salita, pensavo peggio ma nonostante tutto mi ritrovo piacevolmente in confidenza con le ruote grasse che da tanto non usavo e soprattutto su sentieri discretamente impegnativi, ma veniamo al percorso.
Decisi a battere nuove vie e dopo alcune discussioni abbiamo deciso di fondere in un unico anello le nostre idee, io getto le basi per la prima parte e dico Pietra Parcellara mentre Andrea è deciso a voler esplorare le sponde del lago di Trebecco e mappare un fantomatico sentiero le cui notizie arrivano dall' amico dell' amico...
La prima parte del tragitto è ben conosciuta da Andrea che da esperta guida ci porta al passo della Crocetta con bel passaggio sotto la Pietra Corva e oltre Praticchia, da qui continuiamo a seguire il sentiero 101 ,segnale biano rosso, che ben segnalato porta fino a Travo e quindi verso la nostra prima tappa.
Il sentiero si snoda sul crinale del monte Mosso e successivamente del monte Lazzaro e con lunga discesa si arriva direttamente sul passo Caldarola, sentiero bello e divertente, a parte qualche breve tratto da percorrere a spinta, è quasi completamante pedalabile, si attraversano boschi che lasciano comunque lo spazio per gustare begli scorci sulla val Trebbia.
Dal passo Caldarola un po' d'asfalto e imbocchiamo il sentiero che ci porta sotto alla Pietra Parcellara.
Più volte compagna dei nostri percorsi ci mancava solo una cosa... Salirci sopra!
Quindi... Mollate le due ruote ritorniamo sulle nostra gambe e con breve scalata saliamo in vetta alla caratteristica roccia da dove possiamo avere una vista a 360° sulla valle.
E fin qui il Paradiso, percorso appagante, bellissima giornata con clima perfetto.
Una sosta panino e ridiscesi ci riportamiamo sul passo Caldarola e sempre seguendo l'asfalto scendiamo in direzione val Tidone, fino a località Casoni dove svoltiamo a sx su sterrato per dirigerci...Non si sa bene dove.
La prima priorità è comunque l'acqua, zona avara di fonti quella attraversata fino ad ora, e noi siamo ormai a secco.
Raggiunto un cascinale che sembra deserto non mi resta che chiamare a gran voce:" C'è nessuno".
Ecco che dopo qualche istante un vecchio appare e ci porta ad un rubinetto dove possiamo finalmente dissetarci e fare rifornimento, è anche l' occasione per chiedere informazioni.
Siamo nel mezzo di una rete di strade bianche e di campagna che non conosciamo e cominciano le prime indecisioni ed errori che aggiungono distanza e fatica al nostro giro.
Quando decidiamo di aver perso già troppo tempo decidiamo di puntare verso Pecorara.
Raggiunto il paese lo attraversiamo e puntiamo verso Nibbiano, non prima di una sosta cocacola che beviamo seduti al tavolo con questo personaggio ben pasciuto che ci racconta delle sue avventure a cavallo nei dintorni.
Un saluto e via, l'idea è di portarci quasi in val Tidone per poi deviare a sx non si sa bene dove, sta di fatto che dopo qualche tratto su strade di campagna ed una bella salita su asfalto ci ritroviamo a Trebecco, mentre ormai la temperatura comincia a farsi infernale.
Alcuni personaggi ci indicano il sentiero che scende verso il lago, mentre il barista ci avverte:"Non passerete mai"..."Non passerete maiiiiiii"
Ma noi ci gettiamo giù, come da nostro piano per perseguire la nostra meta.
PERSI!!... Posso dire solo che entrati nel fitto bosco, mentre Andrea era intento a riparare una foratura, mi sono reso conto che la rete sentieristica non era per nulla segnata e neanche molto battuta.
Dopo qualche minuto di esplorazione ecco davanti ad una fonte d'acqua solforosa, la preferita da Andrea, una traccia di sentiero sparire nella vegetazione, dev' essere la via, estraiamo una cartina dei sentieri per niente esaustiva della zona che tentiamo di leggere, e alla fine ci convinciamo della direzione da seguire... Di là... Dev' essere la via più breve, ormai dobbiamo pensare al ritorno, fa caldo e le forze stanno per abbandonarci.
Si sale di nuovo ed ecco un paese... Quale paese?... "Sarà sicuramente quello segnato sulla cartina che poi si scende, il quale ci porta in quella direzione di cui poi si prende il crinale che ci porta a casa"...
Negativo!!! Ci ritroviamo di nuovo a Trebecco a tu per tu con i suoi "simpaticissimi" abitanti, dopo aver girato come dei pirla su noi stessi, è ora di posare le armi e ormai feriti dai rovi ci arrendiamo.
Lasciamo l' idea di trovare il fantomatico sentiero, se pur l'abbiamo in parte percoso, e optiamo per il piano d'emergenza, che di solito è qualcosa che porta in salvo, ma qui il piano d'emergenza è tornare a Nibbiano e imboccare la strada più breve per il ritorno, e la strada più breve è la salita di Bazzarri... Sotto il sole delle 13:30, stanchi e anche affamati... Potevo mangiare prima... Coglione che sono e pensare che certe cose dovrei saperle...
Bazzarri...La sua maledetta salita, oggi più che mai...Bazzarri e la sua fonte con lavatoio...Acquaaaaaa... Acquaaaaa... Finalmente!
Ma è inutile lamentarsi, ci sono ancora gli ultimi km in fuoristrada, una bella salita e successiva disceva, ed eccoci di nuovo al punto di partenza dopo una 60ina di km e circa 1700m di dislivello... di duro dislivello.
Alla fine una bella avventura se pur il nostro piano non ha trovato riscontro nella sua seconda parte, in futuro bisognerà cercare di tracciare bene la via in modo da creare un anello di sicuro interesse e divertimento...E anche di sicuro impegno.

Cesco

Prossimamente il video.