lunedì 30 agosto 2010

sabato 28 agosto 2010

(3 Guadi X 2) + 1

Ancora un Sabato in balia del burattinaio della MTB, che ha studiato un bel percorsino, alla fine 70 Km e 1900 i metri di dislivello, mi sembra che non c'è male per una pedalata su ruote grasse.
Si parte dal campo base di Andrea, giusto poche centinaia di metri e siamo già su sterrato diretti al rifugio Pietra Corva, da qui ripercorreremo in senso contrario il percorso di 2 settimane fa fino al passo Penice, si pensava peggio, ma in questo senso il sentiero si presenta molto pedalabile, a parte il passaggio roccioso e l'ultimo tratto, sotto il passo che è in forte pendenza.
Il divertimento continua, scesi appena un poco verso Bobbio, proprio al primo tornante, ci infiliamo subito su un altro sentiero che aggira il monte e corre sui suoi fianchi finendo con una lunga discesa pietrosa, ma non troppo, che ci porta allo Scaparina.
Ora direzione Brallo per strada asfaltata, per poco, infatti prima che cominci la discesa per il paese si riprende la bucolica via infilandoci in un bosco , che tra un dubbio e l'altro sulla direzione giusta da prendere ci porta fino alla ridente località.
E qui scatta la "CAROGNA".......Il sentiero molto bello presenta numerosi tratti rovinati dal passaggio delle moto da cross che come una malattia feriscono questi vie che sono anche di chi cammina o di chi pedala.......BRUTTI DEBOSCIATI, VISTO CHE VI PIACE FARE I FIGHI CON LE VOSTRE MOTO DEL CAZZO E ROVINARE TUTTI I SENTIERI, PRENDETE CON LE VOSTRE SANTE MANINE ZAPPA E BADILE E METTETE A POSTO I VOSTRI SFACELI!!!!!!.
Arrivati al Brallo, il nostro prossimo passo è percorrere il sentiero chiamato "3 guadi"....Sarà, ma alla fine, come da titolo, io ne ho contati 7.
Infatti si scende seguendo il corso del torrente Montagnola, che ci fa anche da segnavia, fino al paese di Fego.
Il sentiero varia, da prima ripida discesa pietrosa, poi si fa piccolo e di terra battuta, poi strada bianca, sicuramente interessante, sale e scende e pedalin pedalando si attraversa il torrente più volte,7 per l'appunto, che da piccolo rigagnolo si fa sempre più largo, niente di che, ma c'è il tempo per bagnarsi i piedi.
Vorrei soffermarmi di più su questo tratto ma la strada è ancora lunga.
Raggiunto Fego si scende per Varzi, si passa da Santa Margherita Staffora e si lambisce il paese di Bosmenso, di qui parte il sentirero del "Grillo", Andrea attirato dall'idea di percorrerlo mi trascina sul tracciato, dopo aver chiesto informazioni che risultano contrastanti dobbiamo dare ragione a chi ci aveva scoraggiato, infatti ci ritroviamo a spingere le MTB per un lungo tratto di salita su pendenze improbabili e sotto il sole, la fine della salita coincide con l' inizio di un bosco, così ci godiamo un tratto di sentiero ombreggiato in quota che poi con ripida discesa ci porta a Monteforte, paesino toccato proprio una settimana fa.
Decidiamo di conservare un po' d'energia e continuiamo la discesa verso Varzi via bitume, la strada corre proprio sul crinale tra val Staffora e val Curone e ci porta dritto dritto alla piazza di Varzi.
Ora si punta a Pietra Gavina, prendiamo la piccola via Verdi che dopo poche centinaia di metri diventa sentiero pietroso il cui fondo migliora molto quando si trasforma in sentiero interdetto ai mezzi non autorizzati e quindi anche alle moto, nell'ultimo tratto percorriamo una vecchia mulattiera di cui possiamo apprezzare la pavimentazione originale.
Da Pietra Gavina poco da dire, si torna alla base via asfalto, quindi: Zavattarello, Romagnese e l'ultima salita per Casella, anche sta volta belli stanchi e appagati dal giretto.

Cesco (Il Pagliaccio)

P.S. Voglio ribadire che questi sentieri senza il passaggio di 4 coglioni in moto lasciati liberi di far danni sarebbero una vera FIGATA.

sabato 21 agosto 2010

Quanto fa male la "Via del sale"

Dopo una settimana di relativa tranquillità, un paio di giretti in solitaria e un Mercoledì a farsi un po' male su qualche salitella cattiva in compagnia di Paolo, di ritorno dal mare e Leo, in gran forma a creare itinerari da qui al mare, è arrivato Sabato, com'è come non è mi ritrovo ancora solo in compagnia di Andrea in sella alla MTB.
E' ormai da giorni che le intenzioni di Andrea sono chiare, percorrere la via del sale da Varzi fino al Monte Chiappo e poi si vedrà.
Lascio a lui lo studio dell' itinerario...Non metto becco...Mi posso fidare....Chi se lo spettava di ritrovarsi a percorrere un sentiero che sulla cartina è punteggiato, e la punteggiatura è segnale di difficoltà.....Per chi cammina....Figuriamoci in MTB.
Il ragionamento di Andrea comunque è stato....Se è difficile a piedi si può fare in bici.....???????
Risultato: la prima metà del percorso è in forte pendenza, spingiamo e ci carichiamo di peso il mezzo su tratti rocciosi, ci ritroviamo su una larga mulattiera che sembra una pietraia, poi il lungo passaggio sotto il bosco, sempre in forte pendenza su tracce di sentiero scavato dalle acque piovane, si scivola e intanto si cercano i segnavia.
Primo punto di riferimento è la piccola località di Monteforte, da qui puntiamo a Castellaro, ci ritroviamo al crocevia di 5 sentieri, meno male che ci sono dei cercatori di funghi che ci danno la giusta direzione, del resto l'orizzonte è coperto dal bosco, cerchiamo di trovare con lo sguardo le cime a noi conosciute come il Lesima, ma è impossibile.
A volte troviamo brevi tratti pedalabilibi, ma è solo in prossimita del "Piano della Mora" che riusciamo a rimontare stabilmente in sella ai nostri mezzi, anche se i pezzi dove bisognerà scendere e spingere non sono finiti.
Piano della Mora, ormai siamo oltre i 1300 s.l.m., davanti a noi si apre il sentiero che corre lungo il crinale quasi completamente fuori dal bosco e ci porterà sul monte Chiappo, a 1700 s.l.m., tra continui sali scendi, passando anche per il monte "Boglelio".
Per fortuna o purtruppo ci sono nuvole basse, il Lesima rimmarrà sempre celato, e anche la sagoma del rifugio, nostra meta rimmarrà nascosta fino alla fine.
Tra un gruppo di vacche e uno di cavalli c'è tempo per chiedere a un essere umano quanto manca alla meta, e c'è tempo anche per la sua risposta...."Se ti butti alle spalle la strada già fatta, quella da fare sarà breve"........????????........"MAVVAFFA".
C'è gente strana in giro!
Ma via che si pedala, alla nostra sinistra la valle Staffora, alla nostra destra la val Curone, e sulla cima del Chiappo riusciamo anche a dominare la val Bordera, anche se questa giornata non ci permette di godere a pieno del panorama.
Dopo la sosta al rifugio, raggiungiamo il Pian dell' Armà, le nostre strade si dividono, mentre io punto a Varzi dove o lasciato l' auto, per Andrea c'è da arrivare al Brallo e poi al Penice per poi puntare alla casetta in collina.......Non t' invidio....Però un po' ci godo.

Cesco (Il Pagliaccio)

domenica 8 agosto 2010

Burattino senza fili.




Ho progettato vari percorsi da proporre in questo W.E., inutile dire che ho creato dei veri mostri che spero, un giorno, possano tramutarsi in realtà, ma alla fine tutto è rinviato a data da destinarsi, causa vari contrattempi e l'assenza di Picozz.
Rimasti in due, io e Andrea, optiamo per montare in MTB, ricalcare il Mont'Alpe tour per renderlo più gustoso e riproporlo al resto del gruppo, magari in Settembre, quando i sentieri non saranno ancora invase dal fango, evitando l'esperienza divertente ma disastrosa dello scorso anno.
E' così che raggiungo Andrea nella casetta tra le colline e si comincia a pedalare.
Il gran burattinaio ha già tentato ieri il percorso trascinandosi dietro l'ignaro cognato e devastandolo, oggi ci sono io, certo più allenato, ma qui il capo è lui, lui conosce i sentieri e lui tirerà i fili, io povero burattino lo seguirò buono buono.
Comunque battiamo la stessa via di qualche mese fa, prima seguiamo il crinale tra val Tidone e val Tidoncello, poi si comincia a scendere ed arrivati a Panigà cominciamo la luuuuunga salita per il Mont'Alpe che ci porterà poi sullo spartiacque tra Tidone e Staffora.
Scesi ai quattro passi però, questa volta si va al passo Penice, dove penso chiederò la cittadinanza onoraria visto i miei continui passaggi, dove un simpatico signore con cagnolino al seguito ci da qualche indicazione, così, dopo una breve discesa tra la prateria c'infiliamo in una faggeta per gustarci un bel sentiero fino ad incorociare la strada che scende a Casa Matti, la attraversiamo e da qui il giro prende una piega decisamente escursionistica.
Molti i tratti che costringono a scendere e spingere il mezzo, anche a caricarselo di peso.
Pedala, pedala ci ritroviamo al rifugio della Pietra Corva, qui Andrea prende decisamente il sopravvento, potremmo essere vicini alla chiusura del cerchio ma ormai il mio senso orientativo è andato a ramengo e così mi ritrovo in balia di Mangiafuoco, a salire verso la formazione rocciosa e ad aggirarla, poi su sentieri sconosciuti, su crinali e fianchi di colline, tra continui sali scendi questa volta a cavallo della vat Tidone e val Trebbia, fino a che, affrontato l'ultimo sterrato, si giunge alla meta.
Il giro si è dimostrato bello e faticoso, anche se non ci ho capito molto, quasi completamente in fuori strada.
Bello e soprattutto buon finale nella casetta di Andrea dove veniamo abbondantemente rifocillati da sua mamma con l'aiuto della sorella, grazie per l'ospitalità.
E ora si torna a casa dove potrò finalmente dare solievo alle parti più doloranti del mio corpo......I capezzoli!


Il Pagliaccio

domenica 1 agosto 2010

Nuova via.....O quasi.


Visto che la prossima settimana non toccherò il velocipede, oggi ho deciso di farmi un bel giro che mi tolga la voglia di pedalare per qualche giorno.
Mi viene in mente che mi manca giusto un ultima via d'ascesa al Penice.......Menconico.
Sì....Però che palle.....Non mi va di andare a Varzi per la val Staffora, mi serve uno dei miei colpi di genio.......Ci sarà senz'altro qualche itinerario originale e mai esplorato, l'Oltrepò ha ancora strade su cui non ho posato le ruote.
Bè!...La valle Scuropasso devo per forza percorrerla...Carmine...E poi?
Ecco una bella trovata, scendo a Torre degli alberi e poi Calghera.....E fin qui niente di nuovo.
Supero la strada che porta a Valverde e finalmente proseguo per strade che non ho mai battute arrivando a Sant'Albano per poi deviare verso Poggio Ferrato.
Ecco l'indicazione per Oramala.....Ma che sorpresa!
Se da Varzi salire ad Oramala è dura, da questa parte non scherza per niete, muro iniziale, 2 km da panico, 1 km un po' più umano e finalmente si scollina.....Sarà finita?....Ma non vorremo mica farci mancare un altro bel muro finale di quelli che fanno impennare la bici.....Certo che no!
Comunque sono a Varzi.....Ora devo dirigermi verso il Brallo.
Ecco, dopo qualche km arrivo al bivio per Menconico, fino al paese nessun problema, non si può sbagliare, la strada sale con una pendenza di tutto rispetto ma poi dovrebbe cominciare la parte più dura......Eccola che comincia.....No, non ancora.....Adesso ci siiiiiiamo....No, niente......Ma va a ramengo.....Ho toppato.
Mi ritrovo a Collegio, la strada è quella che sale da Varzi, ecco proprio davanti a me il cartello dei 7 km al passo, quello che segue il più famoso che ti prende in giro indicando i 6 km alla fine della salita.
AAAAAAAAARG!!!...Non avevo proprio voglia di fare questa strada.
Vabbè!....Arrivo al passo, breve sosta e ritorno per la classica val Tidone con salita al Carmine e poi la stessa strada dell'andata.
A conti fatti un bel itinerario che consiglio a chi vuole raggiungere il Penice per evitare la noia della val Tidone o della val Staffora, certo un po' più duro.

P.S. Non so che cosa abbiano fatto gli altri, so per certo che Stefano a partecipato alla gara di Corteolona portandola a termine tranquillamente, del resto lui c'ha l'anima del corridore.
E buon viaggio a chi deve ancora partire.

Il Pagliaccio